Il leader britannico David Cameron è stato costretto ad interrompere le sue vacanze italiane per far ritorno urgente nella capitale inglese, dove saccheggi, incendi e altri atti teppistici stanno mettendo a ferro e fuoco la città.
“Criminalità pura”, denuncia Cameron alla BBC, “questi sono episodi malati di persone che saccheggiano, vandalizzano, rubano e attaccano poliziotti e gli stessi pompieri. Faremo di tutto per riportare l'ordine”. E interrogato sulla morte del giovane 26enne ferito negli scontri, che molti rivoltosi considerano un vero e proprio omicidio, risponde: “Io e il governo siamo determinati a far rispettare la giustizia” e i responsabili dei disordini “sentiranno la forza piena della legge (…) schiereremo 16mila poliziotti e riceveremo aiuto da parte della polizia di altre città”.
Ma cosa porta giovani pieni di energia, vitalità, possibilità a compiere atti così violenti in una delle capitali più importanti del mondo? Senz’altro quanto sta succedendo a Londra denuncia una profonda crisi dei giovani occidentali e la perdita di un orientamento certo per affrontare il futuro.
Del disagio giovanile ha parlato recentemente Antonio Meneghetti, nel corso di un residence per giovani – in prevalenza provenienti da Russia e Paesi dell’ex-URSS. Le conferenze sono raccolte nel libro “I giovani e l’etica ontica”, in cui l’autore, oltre a definire le cause delle principali problematiche dei giovani oggi, indica anche quali possono essere le soluzioni concrete: “Per qualunque malattia o deficienza c’è sempre una giustificazione filosofico-sociale. Un giovane costruisce la propria povertà, giorno per giorno. […] Vista questa situazione, come opera l’Ontopsicologia? Il tecnico ontopsicologo legge le informazioni dell’In Sé ontico, il quale denuncia tutti i disastri che il soggetto ha causato, racconta le scene primarie e dice come l’Io logico storico amministra la sua individuale esistenza. Però, mentre accusa gli errori del soggetto, l’In Sé ontico propone anche quale sarebbe la via d’uscita. Ad esempio, suggerisce di lasciare un certo lavoro, una certa situazione o persona, anche se si tratta del proprio figlio, del proprio governo, del migliore amico, etc. L’In Sé ontico comunica al soggetto che deve attuare un’auto-operazione clinica, cioè quello da curare è il soggetto stesso, è lui che deve cambiare. Gli errori e le difficoltà fuori, che egli soffre dentro, è lui stesso che li ha costruiti, scelti, amati, preferiti.” (Antonio Meneghetti)
Sito BBC