sabato 13 agosto 2011

LONDRA A PEZZI, OMICIDIO DI UN 26ENNE: IL LEADER CAMERON RIENTRA DALLA TOSCANA

Il leader britannico David Cameron è stato costretto ad interrompere le sue vacanze italiane per far ritorno urgente nella capitale inglese, dove saccheggi, incendi e altri atti teppistici stanno mettendo a ferro e fuoco la città.

“Criminalità pura”, denuncia Cameron alla BBC, “questi sono episodi malati di persone che saccheggiano, vandalizzano, rubano e attaccano poliziotti e gli stessi pompieri. Faremo di tutto per riportare l'ordine”. E interrogato sulla morte del giovane 26enne ferito negli scontri, che molti rivoltosi considerano un vero e proprio omicidio, risponde: “Io e il governo siamo determinati a far rispettare la giustizia” e i responsabili dei disordini “sentiranno la forza piena della legge (…) schiereremo 16mila poliziotti e riceveremo aiuto da parte della polizia di altre città”.

Ma cosa porta giovani pieni di energia, vitalità, possibilità a compiere atti così violenti in una delle capitali più importanti del mondo? Senz’altro quanto sta succedendo a Londra denuncia una profonda crisi dei giovani occidentali e la perdita di un orientamento certo per affrontare il futuro.

Del disagio giovanile ha parlato recentemente Antonio Meneghetti, nel corso di un residence per giovani – in prevalenza provenienti da Russia e Paesi dell’ex-URSS. Le conferenze sono raccolte nel libro “I giovani e l’etica ontica”, in cui l’autore, oltre a definire le cause delle principali problematiche dei giovani oggi, indica anche quali possono essere le soluzioni concrete: “Per qualunque malattia o deficienza c’è sempre una giustificazione filosofico-sociale. Un giovane costruisce la propria povertà, giorno per giorno. […] Vista questa situazione, come opera l’Ontopsicologia? Il tecnico ontopsicologo legge le informazioni dell’In Sé ontico, il quale denuncia tutti i disastri che il soggetto ha causato, racconta le scene primarie e dice come l’Io logico storico amministra la sua individuale esistenza. Però, mentre accusa gli errori del soggetto, l’In Sé ontico propone anche quale sarebbe la via d’uscita. Ad esempio, suggerisce di lasciare un certo lavoro, una certa situazione o persona, anche se si tratta del proprio figlio, del proprio governo, del migliore amico, etc. L’In Sé ontico comunica al soggetto che deve attuare un’auto-operazione clinica, cioè quello da curare è il soggetto stesso, è lui che deve cambiare. Gli errori e le difficoltà fuori, che egli soffre dentro, è lui stesso che li ha costruiti, scelti, amati, preferiti.” (Antonio Meneghetti)

Sito BBC

domenica 20 febbraio 2011

Il Ristorante Camesena è un ambiente in cui le teorie ontopsicologiche si concretizzano tramite la Cucina Viva. Se voleste provare questa esperienza anche all'estero, vi segnaliamo il master di Bernia

giovedì 28 ottobre 2010

Esattezza di coscienza

Una delle tematiche ricorrenti nei testi di ontopsicologia è quella relativa alla necessità di
recuperare l’esattezza di coscienza. Ma perché e in quali termini si parla di “esattezza di
coscienza”? Nella prospettiva ontopsicologica, nel momento in cui entra in contatto in modo
cosciente con il suo ambiente storico e sociale, il piccolo di uomo comincia ad acquisire e ad
assorbire elementi esterni, elementi che all’inizio dipendono principalmente dal proprio entourage familiare, per poi allargarsi ai parametri del proprio piccolo-grande mondo sociale. Ciò significa che, con il passare del tempo, la nostra coscienza non viene educata a registrare il dato di realtà così com’è, ma a filtrarlo secondo i modelli culturali e relazionali (stereotipi) interiorizzati nell’infanzia.
In quest’ottica, la nostra coscienza è un parametro razionale non libero da condizionamenti (non
esatto), ma già predeterminato, un parametro che con questa sua predeterminazione visiona non
soltanto il mondo esterno, ma anche il mondo interiore, con la conseguenza che ogni azione del
soggetto, ogni sua scelta, ogni suo comportamento è giudicato dal soggetto stesso non secondo la
sua soggettiva funzionalità, ma secondo un particolare e stereotipico modello culturale. Per questa ragione, per poter realizzare il vero di se stesso ed avere una conoscenza esatta della realtà, l’uomo è necessitato principalmente a rimettere a punto la coscienza, ossia lo strumento con il quale misura non solo se stesso ed il mondo che lo circonda, ma soprattutto la sua relazione con questo mondo.

lunedì 19 luglio 2010

Una riflessione per la sociologia

Per iniziare a fare seria sociologia bisogna che il sociologo cominci a capire che i fenomeni o “fatti”
sociali che tenta di studiare e spiegare, non sono altro che gli effetti di diverse dinamiche di cui gli
attori agenti sono proprio coloro che formano la società stessa.
E’ inutile cercare di spiegare i fenomeni sociali come la devianza, la droga, la delinquenza, la moda, ecc., se prima non si conosce l’uomo in sé. In quest’ottica, Meneghetti afferma che se non si possiede una lettura precisa del singolo, non capiremo mai i suoi comportamenti di gruppo o di massa; se non conosciamo l’uomo in sé, non possiamo conoscere il comportamento associativo e complesso delle sue relazioni. In sostanza alla sociologia potrebbe mancare il criterio, cioè la conoscenza di quel criterio (che nella scuola ontopsicologica viene definito l’In Sé ontico) attraverso cui è possibile studiare e spiegare il comportamento individuale e societario. Da questo criterio si può prevedere, correggere e finalizzare ogni atomismo dell’umano contemporaneo a valori integrali e globali.

martedì 8 giugno 2010

Intelligenza emotiva

In ogni epoca e cultura il leader di un gruppo è sempre stato colui al quale gli altri guardano per essere rassicurati e guidati in condizioni di incertezza o pericolo, oppure quando occorre portare a termine un lavoro o un’impresa.

Il leader funge quindi da guida emotiva del gruppo.
Questa funzione emotiva primordiale si esprime nella capacità di orientare le emozioni collettive in senso positivo e di disperdere l’azione distruttiva esercitata da emozioni negative.

Quando un leader orienta le emozioni in senso positivo sa far emergere il meglio di ognuno (risonanza).
Quando invece le emozioni sono orientate in senso negativo si crea una condizione che mina le fondamenta emotive necessarie alla piena realizzazione di ogni individuo (dissonanza).

Le quattro dimensioni dell'intelligenza emotiva:
Consapevolezza di sé
Gestione di sé
Consapevolezza sociale
Gestione delle relazioni interpersonali

giovedì 29 aprile 2010

I progetti di Antonio Meneghetti

Il prof. Meneghetti è una mente che ha realizzato in questo secolo diversi progetti come Lizori. In Lettonia abbiamo Lizàri, chiaro riferimento a Lizori; abbiamo Bernia vicino San Pietroburgo in Russia, Nýotan ad Ekaterinburgo, in Brasile abbiamo posti come Recanto Maestro, Capo Zoriàl, Calipso. In Italia abbiamo Marudo che è vicino Milano. La modalità di inizio per creare questi progetti, questi luoghi è sempre la stessa: il prof. Meneghetti sceglie o un posto che è ecobiologicamente perfetto a livello architettonico, oppure un posto che è socialmente strategico, com’è il caso di San Paolo in Brasile o di Marudo che è vicino Milano. Il Meneghetti in questi casi porta avanti un progetto olistico. Questi progetti non hanno soltanto l’aspetto architettonico – che chiaramente è quello più evidente, è quello che cresce più in fretta e che matura in maniera più chiara davanti agli occhi delle persone che seguono questo progetto – ma egli affianca sempre accanto un discorso culturale, economico e formativo delle persone che un giorno sceglieranno di trovarsi a lavorare e a vivere in questi luoghi.

lunedì 22 marzo 2010

Uomo, natura, vita

Insieme a Parmenide, tutti i più grandi animi della storia si interrogarono sul significato della vita. E, nel descriverla, non fu raro che la paragonassero più o meno esplicitamente alla profondità dell’anima umana, quest’anima infinita di cui “per quanto camminassimo e percorressimo intera la vita, non potremmo mai toccare i confini: così profondo è il suo discorso” (Eraclito). Infatti “non esiste un puro e semplice essere che non ci riguardi e che noi contempliamo solo per il gusto di contemplarlo; quello che in generale esiste per noi, esiste solo mediante la sua relazione con noi” (Fichte).

E così la natura. Come potevamo conoscerla se era fuori di noi? Si cercava quale fosse “quel legame segreto che unisce il nostro spirito con la natura, o quell’organo nascosto in virtù del quale la natura parla al nostro spirito e il nostro spirito parla alla natura” (Schelling). E anche della natura non si poteva che “implicare un rapporto a qualcosa di soprasensibile” (Kant). Cioè l’uomo poteva conoscere la natura perché entrambi parevano manifestazioni dell’“essere assolutamente infinito” (Spinoza), tanto che particolarmente dell’animo umano si disse che era “dio” (Salmi), “Assoluto” (Schelling), “direttamente confinante con la Verità” (Plotino).

Antonio Meneghetti tratta questi argomenti in molti dei suoi testi, ma per una visione sintetica e comunque esaustiva ci si può rifare soprattutto ai libri “Filosofia ontopsicologica” e “Dalla coscienza all’essere. Come impostare la filosofia del futuro” (Psicologica Ed., 2002-V ed. e 2009). Ne “L’In Sé dell’uomo” (Psicologica Ed., 2002-V ed.), poi, l’autore tratta nello specifico il progetto di natura che costituisce l’essere umano, descrivendone anche le caratteristiche. Egli afferma che “l’uomo è un ente storico che dovrebbe progressivamente tradurre in azione la propria interiore virtualità”.